Appena nato.

Il vero spettacolo della natura: la vita che sboccia. 23 cromosomi della mamma, 23 del papà. Tuo figlio è la storia di due persone che, fondendosi, prosegue. Tutto è scritto nel DNA, il libro della vita; ma molto è ancora da plasmare e sarà compito tuo preparare le prime pagine in cui il tuo bebè lascerà la sua traccia. Una storia unica, non una statistica: il tuo istinto di mamma vale più di una tabella in cui sono i numeri della media a stabilire quando smettere di allattare o fare la pipì nel vasino. Sei tu mamma la sua finestra sul mondo: è attraverso la tua fisicità e il contatto del tuo corpo con il suo, che intuisci ciò di cui ha bisogno tuo figlio.
I primi sei mesi di vita sono i più intensi e delicati, sempre alla ricerca di nuovi equilibri: non esistono manuali dove imparare il mestiere di genitore, né magici dizionari che convertono gli atteggiamenti del tuo bambino in frasi di senso compiuto!
Il rapporto tra te e il tuo bambino è un lento cammino, dove tu impari a interpretare correttamente i segnali che lui ti lancia: c’è un pianto per la fame, uno per il sonno, un altro ancora per il male al pancino… Niente paura, puoi contare su due alleati speciali: i consigli del pediatra, e il tuo istinto protettivo di mamma nel capire le sue esigenze. Un istinto che con il tempo non può far altro che affinarsi e crescere, come la fiducia in te stessa: perché nessuno conosce tuo figlio meglio di te.

Dai 6 mesi
ai 2 anni.

Sembrano passati anni da quando un vagito faceva scattare subito l’attenzione (e magari la telefonata alla nonna o al medico), e invece si tratta di pochi mesi: se ora ti senti più lucida e fiduciosa nelle tue capacità, è perchè il rapporto mamma-figlio cresce alla velocità della luce. C’è più interazione, e l‘intesa aumenta come il tuo sesto senso da genitore: siete pronti per affrontare le prime sfide del mondo! Tranquilla, è lontano il giorno in cui tuo figlio sarà pronto per camminare con le sue gambe lungo la strada della vita, hai di fronte ancora diversi anni di coccole e tenerezze! Ma è importante che già nei primi due anni di vita il tuo piccolo inizi ad assaggiare i primi passi di autonomia.
Dunque… lascia che provi! A questa età ogni stimolo esterno è importante: rotolarsi su una coperta, stare seduti da soli, gattonare, ascoltare musica, vedere immagini in movimento, i colori, gli odori… Tuo figlio è una spugna che ha bisogno di assorbire la più ampia gamma di sensazioni ed emozioni. Gattonare è indispensabile per la lateralizzazione dell’attività cerebrale (importante, nel futuro, per lo studio della matematica o di uno strumento musicale, per esempio), così come cadere e battere il naso più volte quando si tentano i primi passi è utile per l’autostima. Sta imparando a relazionarsi con la sua “salute”, scoprendo il rapporto che esiste tra il “farsi male”, il “rimedio” e il “non ripetere l’errore”: la consapevolezza crescente del tuo ruolo ti aiuta ad affrontare più serenamente i suoi piccoli esperimenti quotidiani, intervenendo solo se necessario.
Insomma, è importante prenderlo in braccio quando piange dopo un tentativo fallito (gli stai dicendo: “io sono qui, sono accanto a te anche nella difficoltà”), ma attenzione a non esagerare: una coccola, un bacio e… via verso una nuova avventura!

Tra i 2 e i 5 anni.

Nei primi 3-4 anni di vita i bambini sperimentano la differenza di genere proprio attraverso il modo, ovviamente diverso, in cui cresce la relazione col papà. L’esperienza del contatto fisico e intimo con la mamma (gestazione e allattamento in primis) va ampliata con l’esperienza del contatto col papà, che ha modi diversi e gesti diversi. Sono momenti importantissimi per la complementarietà, piccoli mattoncini da non trascurare che cementano il rapporto padre-figlio; in questi primi anni di vita la disponibilità dei bambini ad accogliere il papà è massima, più avanti i giochi saranno fatti. Continua sempre a proporre nuove esperienze col cibo (facendo attenzione a cucinare con cibi freschi e in casa piuttosto che acquistare cibi industriali) e nel gioco, soprattutto quelli all’aperto. Ben chiaro, in qualsiasi stagione, inverno compreso! Il tuo istinto di mamma a coprirlo con sciarpine e indumenti pesanti è naturale e comprensibile, ma attenta a non esagerare: un’ora al parco nelle ore centrali della giornata per godere dei raggi del sole rinforza le sue difese immunitarie e stimola le sinapsi del cervello… Per non parlare della socializzazione! Relazionarsi direttamente con la natura, gli odori e gli altri bambini è fondamentale per sviluppare una sana cultura delle sensazioni. Si tratta di esperienze personali sicure dove ognuno ha il suo importantissimo ruolo: lui è l’attore (sempre più) protagonista delle “esperienze”, e tu… la regista che con occhio attento le rende “sicure”!

Dai 5 anni in su.

Iniziano a cadere i dentini da latte… e i peli sulla lingua! E’ facile che il tuo bambino sia un peperino sempre in movimento che reclama la sua libertà e difende il suo spirito di iniziativa… anche con qualche parolina di troppo! Questo anche perché è appena entrato nel mondo delle relazioni sociali “dei grandi”, la scuola: l’emulazione degli amichetti più tosti e la voglia di primeggiare nel gruppo, le rivalità, i litigi, il rapporto con una nuova figura come quella dell’insegnante. E ancora l’ingresso nel sistema delle valutazioni, quei numeri o lettere che decideranno la bontà di ogni sua prestazione da adesso all’età adulta: tutte esperienze nuove, entusiasmanti e coinvolgenti ma talvolta anche spossanti, per un fisico e una testolina ancora giovani. Sta a voi, mamma e papà, aiutarlo nella ricerca dell’equilibrio e della tranquillità, mantenendo un buon mix tra la fermezza di un’educazione dai sani principi e qualche vizio che lo faccia sentire sempre protetto e supportato in ogni sua scelta. Soprattutto, è utile avvicinarlo allo sport che sembra stuzzicarlo di più: l’attività agonistica è insieme valvola di sfogo delle tensioni scolastiche e familiari, luogo di aggregazione e socialità, occasione per scoprire e allenare un proprio talento particolare. Tutta salute, insomma: il suo fisico sviluppa il sistema immunitario, regolarizza il metabolismo, rinforza la muscolatura e coinvolge in modo divertente la mente attraverso quelle scelte “tattiche” tipiche in ogni sport.
Tuo figlio è entrato ufficialmente nel mondo dei doveri e dei piaceri, entrambi regolamentati da figure che non sono più (solo) quelle dei genitori: un mondo dove le prime responsabilità lo spronano a cavarsela da solo, nei compiti e nello sport così come nella salute. Non si corre più dalla mamma ad ogni graffio o dolorino, ma solo quando serve. Non temere, sei sempre tu il punto di riferimento principale quando ha un problema!

Semplicemente, aumentano le situazioni che è capace di risolvere da sé: una capacità di cui bisogna andare fieri!